
Sul quotidiano "IL GIORNALE" di oggi un intervista, alla pagina 17, su come ci sentiamo noi carabinieri e quali le nostre considerazioni in merito ai fatti accaduti ieri a Rosarno e sul triste evento. Un carabiniere, un uomo di ordine e sicurezza che agisce in nome e per conto dello Stato non puo' trovarsi in queste condizioni.
Ne "IL GIORNALE" di oggi trovate un intervista fatta a me ieri dal giornalista Basile. Dopo i fatti successi a Rosarno viene su la rabbia di chi come me e come tutti noi carabinieri sentiamo e viviamo lo stato d'animo del nostro collega. Trovarsi ad agire in condizioni di difficoltà e dover rischiare la propria vita per poi dover reagire e trovarsi, poi, sulle cronache nazionali dove si attesta un decesso per mano di un carabiniere. Non sono queste le condizioni in cui lavorare. Tutti i giorni ricevo segnalazioni e sconforto dai colleghi che svolgono servizio per le esigenze sbarchi, accoglienza e gestione delle aree dedicate. Non si puo' fare il nostro lavoro, rappresentare l'ordine e la sicurezza pubblica in nome e per conto del nostro Stato Italiano e poi trovarsi in queste condizioni. No, non è possibile. da carabiniere che rappresenta i carabinieri ho il dovere di dirlo. In allegato in pdf lo stralcio della mia intervista a pagina 17 del quotidiano" IL GIORNALE".
( clicca su SCARICA L'ALLEGATO e leggi l'intervista a pagina 17 de "IL GIORNALE" )